La nostra Rivista torna a proporre, a dodici anni di distanza, un numero monografico sugli Psicofarmaci. Avevamo, allora, inteso affrontare i complessi aspetti che la questione farmacologica assumeva nel campo della salute mentale, sia sul piano concreto della produzione, diffusione e utilizzo dei farmaci che sugli aspetti di natura simbolica, storico-culturale, fra di loro strettamente embricati, del farmaco. In particolare ci sembrava importante sottolineare una sorta di coerenza fra la progressiva diffusione degli psicofarmaci e la prevalente cultura individualistica, la ricerca di risposte immediate e “indolori”, il rifiuto o la “impossibilità” dei servizi sanitari e sociali a fornire risposte diverse, improntate a funzioni di ascolto, comprensione e alla ricerca di risposte alternative alla scorciatoia farmacologica, soluzione efficiente, a volte, e spesso effimera. (continua nell'Editoriale)
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